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cosimo de matteis

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un semplice blog, eterogeneo come è normale che sia. Con una principale attenzione: dire la verità.


GLI SLAVI DEL SUD MAESTRI DI PALLONE. E vi dico pure perché la Croazia vincerà il Mondiale

Pubblicato da cosimo de matteis su 11 Luglio 2018, 23:20pm

Tags: #Croazia, #Slavi, #Mondiali Russia 18, #VARIE - ATTUALITA'

Sono fuori allenamento e non ho neppure preso appunti durante la partita (eh si: ho fatto pure il cronista sportivo) sicché se temete –giustamente!!!- che ne venga fuori un articolo infinitamente mallopposo ed impossibile da leggere almeno limitatevi a questo tweet:

Se partiamo dagli Slavi del sud davvero non la finiamo più. Consiglio: cercate su un motore di ricerca chi sono gli Slavi del sud e dopo, se volete, tornate a leggere l’articolo. Io in ogni caso proseguo: chi c’è c’è e chi non c’è c’è. La Croazia è in finale. Con grande merito. Parlano le cifre, parla la meravigliosa semifinale di Mosca che ricorderanno a lungo i quattro milioni di croati.

Ora ci vorrebbe il compianto Giorgio Tosatti che però è nel mondo dei più e quindi dobbiamo vedercela da soli. A quest’ora avrebbe già scritto e spedito il suo pezzo. E poiché non era un cronista –nell’ultima fase della carriera giocoforza diventi commentatore e la cronaca la fanno i giovincelli con più energie- si sarebbe soffermato essenzialmente sui dati statistici: di questo mondiale ma non solo. Ci avrebbe certamente fatto notare che –numeri alla mano (numeri che io non ho né ho voglia di cercare: sono un blogger mica una firma prestigiosa del Corsera) in questa rassegna iridata la Croazia è la squadra che è stata più minuti in vantaggio e meno minuti in svantaggio. Vi dice qualcosa? No? Pazienza.

Poi probabilmente Tosatti (o comunque un bravo giornalista sportivo) avrebbe fatto notare che da sempre gli Slavi del sud col pallone sono bravi. Di più: sono degli assi, dei talenti naturali. E se non hanno dominato le rassegne europee e mondiali ciò è dovuto a fattori politici. Si, politici. Gli Slavi del sud sono stati per oltre settantanni sotto il comunismo. Che, per carità, curava lo sport. Anzi: lo faceva in modo addirittura maniacale. Ma al pallone Stalin (ma possiamo dire Ceasescu, possiamo dire Tito, possiamo dire Jaruzelski,  possiamo dire Breznev: il discorso non cambia) non ci teneva molto. Nel medagliere olimpico dovevano arrivare medaglie, medaglie ed ancora medaglie. L’URSS doveva primeggiare, svettare (e così la DDR eccetera) con tanti ori, argenti, bronzi. Vincere il torneo olimpico di pallone –ammesso che lo vinci- ti da solo una “misera” medaglia, una sola!

Quando, per Grazia di Dio (con la fattiva collaborazione degli uomini: vai alla voce Giovanni Paolo II, santo) il comunismo è finito milioni di persone han ripreso a respirare.

E ne hanno giovato le identità nazionali per troppi decenni inglobate in una ideologia senza Patrie né nazioni, un mondialismo ante litteram. E non a caso che l’Internazionale era l’inno di questa ideologia.

Andate a vedervi –e qui davvero ci vorrebbe Tosatti!- i risultati conseguiti dalle Nazionali degli stati ex sovietici dal’88 –o giù di lì- in poi. Ecco, ora state cominciando a comprendere quel tweet che vi sembrava così enigmatico. Criptico quasi, se non proprio folle. Ma non preoccupatevi: non me la prendo, vi capisco. E poi magari siete pure ragazzi: forse siete nati dopo il Novanta o addirittura siete dei millenials ed io per voi –che non tengo manco 50 anni- sono un matusa.

Qualcuno osserverà: “eh, ma tu parli di Slavi: cosa c’entra la DDR e cosa c’entra la Romania –tu hai scritto proprio Ceasescu, no?- con gli Slavi?”. Vero. Il tweet però fa da apripista per un discorso più ampio: il comunismo ha soffocato le identità nazionali, persino quella della Russia, figuriamoci se pensava ai Croati –peraltro odiosamente e cocciutamente cattolici- e/o ai Cechi e/o ai Macedoni e/o ai Ceceni e/o agli Armeni.

Ma torniamo ai nostri Slavi (del sud): la Croazia al pari della Serbia ha subito dimostrato cosa sanno fare col pallone e cosa sono capaci di fare se indossano la maglia della loro Nazione! Ma a parte questi, che oramai sono big del calcio,  pensate a cosa combina la nazionale Macedone o quei terribili cossovari!

Non sappiamo se la Croazia vincerà il mondiale ma di certo sappiamo che lo merita. In novanta minuti può succedere di tutto. La Francia, tutto sommato, non è scarsa. Con tutti quei neri in campo, autentici stantuffi, forze della natura, ragazzi di ventanni!

Ma guardate bene negli occhi gli undici croati durante l’inno e guardate pure quelli francesi durante la Marsigliese. Ecco. Avete capito tutto. Non vado oltre perché –almeno così penso e spero- già tanti hanno scritto stasera queste cose.

Cosa c'entrano queste atlete colorate col pallone? Eh, me lo chiedo pure io. Ma leggendo il resto dell'articolo forse lo capiremo

E da qui a Domenica ne sentiremo di tutti i colori. Già, colori…. Vi riporto, testuale, una Comunicazione di una Diocesi italiana. Si, si: una Diocesi. Sentite qua: “Congo, Mali, Camerun, Senegal, Togo, Angola, Guinea, Mauritania, Algeria, Marocco. Sono le nazionalità rappresentate ieri nella sfida mondiale tra Francia e Belgio, dove la maggior parte dei calciatori avevano la pelle nera. Una sfida interetnica. Quante volte ci troviamo a ripetere che questa sarà la società di domani e non ci rendiamo conto che è già quella di oggi! Se ne facciano una ragione i banditori delle fobie invasionistiche [sic – Il Don ha scritto proprio così: “invasionistiche”] e i nostalgici che hanno contratto la sindrome della teoria della purezza della razza. Anche questi, se guardassero nel fondo di loro cognomi, delle loro anagrafi e delle loro biografie si accorgerebbero di essere “bastardi”.

Poi va avanti con altri esempi, inclusa la super strumentalizzata 4x100 iridata (povere ragazze: mai strumentalizzazione a sfondo razzista è stata mai così grande!) e la conclusione è nientepopodimeno ché “Meditate gente, meditate!”

 

Giuro, tutto vero. Ed ora, però, mi devo davvero fermare. Temo -anzi: ne sono quasi certo- di non aver detto tutto quanto mi ero proposto di scrivere. Ma ve l'ho detto: durante la partita non avevo il taccuino in mano (e manco la "distinta" come quando facevo il cronista), poi non ho potuto snocciolare le cifre dei successi delle Nazionali di Croazia, Serbia, Slovenia, Bulgaria (parentesi: vi ricordate un certo Hristo Stoichkov? Ha fatto veder i sorci verdi alle migliori stelle del calcio mondiale, brasiliani e tedeschi inclusi) perché, al contrario di Tosatti, stavo scrivendo un post per il mio blogghetto amatoriale e non il pezzo per il Corriere: il bello del dilettantismo è che puoi permetterti "licenze" che nel lavoro retribuito non puoi manco sognarti. 

Questo è un Presbitero. Cosa c'entra coll'articolo? Provate a cliccare e, forse, capiremo

Ed allora il "pezzo" finisce qui. E pazienza se vi pare senza capo  coda. Se avrò voglia e magari la Croazia ne rifila tre ai negri francesi (molti di quelli sono anche musul.....oooops, m'è scappata! Ve l'ho detto: fin a Domenica ci "trubberanno i canali" con la storia del meticciato, intercultura E magari solo loro!  Per rispondere per le rime i  "salviniani" duri e puri, a spron battuto, andranno a rispolverare Lepanto e magari pure i Martiri Idruntini....Poveri noi: il cornuto è davvero riuscito a metter tutti contro tutti.  Riepilogando: se la Croazia ci regala un altra notte magica vi prometto che leggerete un articolo coi fiocchi. Sennò pazienza. Ci penserà il Don di quella Diocesi a deliziarvi colla esaltazione di Pogbà Mbappé Mudù Bibì o come diavolo si chiamano tutti questi africani che giocano per la grana, ehm… volevo dire per la Francia!

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