Questo libro, come abbiamo già detto e scritto (vedi qui) il libro non è solo un libro di calcio. E' realmente un libro di storia locale. Lo ha confermato l'autore alla Presentazione (e l'Aula Magna del Giorgi era gremita), lo hanno confermato i numerosi interventi.
Ci ha colpito, fra le altre cose (a proposito: la Presentazione è stata trasmessa integralmente online ed è possibile rivederla e riascoltarla cliccando QUI) una delle cose dette dal Prof. Massimo Guastella, autore della Prefazione, e cioè che questo non è un libro "leggero" ma è un libro "serio".
Attenzione: il fatto che non ci troviamo di fronte ad un libro banale non significa che manchino le occasioni di leggere episodi gustosi e spassosi, tutt'altro! Gli aneddoti che Marangio ha pazientemente rievocato, raccolto e poi messo per iscritto hanno la genuinità e la autenticità dell'autore e delle persone (persone, non semplicemente "personaggi").
Quella autenticità che ha tutta la bellezza del vigore giovanile che veniva espresso in campo certamente ma pure al di fuori: è uno spaccato della Brindisi fine anni Settanta. Di più: di una "porzione" del Centro Storico di Brindisi dove l'autore è nato e vissuto. Il riferimento è a quel mare/porto/marina che vediamo fin dalla copertina.
Marangio non mette fra parentesi il suo essere sciabbicoto, anzi in qualche modo ne va fiero. Ma è la brindisinità che si respira a pieni polmoni, che trova espressione "geografica" in Piazza Santa Teresa (pure essa presente in copertina) e quel dedalo di vie e piazze che un brindisino nato e cresciuto lì non può non sentire come autenticamente proprie.
Anche la stessa Cattedrale - che da il nome alla Cathedral, la squadra di calcio che fu "creatura" di Francesco "Ccillo" Gargiulo - è presente, eccome se lo è! E così il Bar Myriam, la San Lorenzo, - la scuola dove moltissimi brindisini han fatto le scuole elementari e la Rubini - prima in Via Congregazione e poi in Largo San Paolo- dove moltissimi di noi han fatto le medie.
E poi niente: c'è solo da leggere il libro. Duecentocinquanta pagine che si leggono con la leggerezza ed il gusto di un libro decisamente bello: molti troveranno (e/o ritroveranno) i luoghi della propria infanzia/giovinezza.
A scanso di equivoci: non è un libro solo per chi è del Centro - Sciabbiche, San Pietro di li Scauni, San Benedetto, lu Calvariu... - ed "off limits" per tutti gli altri.
Mi spiego: ho accentuato tale aspetto perchè, come l'autore - e la più parte delle persone presenti nelle pagine del libro- sono nato lì, figlio di madre autenticamente e profondamente sciabbicota, e padre fierissimo della sua e nostra brindisinità.
E quindi "sento" con maggiore consapevolezza e partecipazione quando si parla di lu napulitanu o della chiesa di l'Angili: ma è un libro che, ne sono certo, appassionerà chiunque.
Gioacchino Marangio è persona intelligente prima ancora che poliedrica ed eclettica e i 50 capitoli hanno la leggerezza della gioventù, la bellezza dell'amicizia, la gioia e l'entusiasmo che solo il calcio sa dare ed anche una profondità che, per tornare al giudizio di Guastella, che è quasi filosofica, esistenziale.
E tutto questo, è evidente, esula totalmente dal quartiere in cui uno è nato e/o vissuto, cresciuto. Di certo un brindisino sarà maggiormente spinto e stimolato alla lettura, ma è un libro senza "barriere" nonostante la presenza frequente dell'idioma brindisino come è normale che sia.
Ecco perchè consiglio vivamente questo libro. Presto sarà reperibile in città - a Brindisi- ma fin da ora è già possibile trovarlo online (CLICCA QUI)
cosimo de matteis
MARANGIO GIOACCHINO, I ragazzi di Cillo: I giovani a Brindisi all'alba degli anni '80, Stampato in proprio, Brindisi, 2024, pp. 241 . 15 Euro