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cosimo de matteis

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un semplice blog, eterogeneo come è normale che sia. Con una principale attenzione: dire la verità.


DINO BOFFO Direttore di TV2000: "Per caso non é che, zitto zitto, qualcuno ci sta copiando?"

Pubblicato da cosimo de matteis su 17 Maggio 2013, 22:19pm

Tags: #TV 2000

Cari Amici,


incontrando alcune settimane fa i colleghi dell’emittente televisiva cattolica di Buenos Aires, e chiedendo notizie sul modo con cui il loro antico Arcivescovo si poneva nei loro confronti, ci fu risposto – tra l’altro – che a Padre Bergoglio interessava soprattutto che l’esistenza di una tv ispirata cristianamente riuscisse a “condizionare” le altre tv, cioè in un modo o nell’altro le influenzasse, fosse di ispirazione; addirittura disse loro di non abbattersi qualora taluno avesse attinto dal loro serbatoio spunti e idee per i propri palinsesti. L’accenno naturalmente non m’è sfuggito, tant’è che ora sono qui a parlarne.

DINO BOFFO TV2000

 

Perché? Perché sempre più spesso ci capita di constatare che le ideuzze su cui Tv2000 costruisce il proprio palinsesto, in particolare  «Nel cuore dei giorni», affiorano qua e là nei contenitor i di altri canali ben più titolati. Non solo. Anche vecchi seriali, da noi rispolverati a motivi delle risorse assai modeste di cui disponiamo, vengono tirati fuori dagli ampi magazzini dei Broadcaster  nostrani ed esibiti all’improvviso nei palinsesti d’oggi. Esempi? Non li facciamo, perché sarebbe fin troppo facile darci dei visionari o dei mitomani. Eppure, scemi non siamo, e riusciamo ad accorgerci quando gli altri ci copiano.

 

E se prima la cosa, a me almeno, generava stizza, ora – dopo il viaggio a Buenos Aires − riesco addirittura a sorridere e fare dell’ironia. Una tv cattolica dev’essere soddisfatta non solo quando i dati che la riguardano continuano a salire, ma anche quando riesce ad avere una funzione calmieratrice e di suggerimento. Poi certo, gli amici argentini non conoscono ancora la smania che nelle vene degli operatori inietta l’Auditel, non rientrando loro ancora in misurazioni di qu esto tipo. Immaginiamo tuttavia che, anche nella condizione in cui pare presto si ritroveranno, sapranno trarre dagli scorni il positivo. E ci faranno scuola.

 

Per ora ci limitiamo a porgere una piccolissima, modesta riflessione circa i motivi di questa paradossale rincorsa.  Grandissime aziende che sbirciano le piccole, e addirittura ne restano suggestionate? L’inventiva laica, con i suoi epigoni gossipari, sembra giunta all’assuefazione. Ogni canale pare uguale all’altro, un programma scopiazza i precedenti; c’è una penuria di idee che impressiona. Mai, come in questa stagione, programmi costosissimi vengono lanciati con mezzi esuberanti, finendo presto chiusi per insuccesso di pubblico. Di qui magari arrivano a porsi la domandina: non è che quegli sfigati di serie B che operano in testate cattoliche sono però più freschi di noi? O almeno hanno un’idea di televisione che noi avevamo smarrito? O un’immagine del pubblico più realistica e dunque più reattiva della nostra? Così, solo una domanda.

 

Dino Boffo

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