Mai creduto nel valore “salvifico” della politica o, peggio, di un partito. E passi che ci abbiano creduto, per lunghi decenni, milioni di comunisti (qualcuno ci crede pure oggi) ma noi cristiani cattolici proprio no: è Cristo il Salvatore del mondo, l’unico Salvatore del mondo, “ieri, oggi e sempre”.

Quindi guardiamoci da certe tentazioni di “risolvere tutto” con l’azione politica, con la militanza nei partiti, con l’impegno in tale ambito. Sono cose buone ed utili ma ricordiamo che “invano fatica il costruttore se il Signore non costruisce la casa”. E pertanto guai a mitizzare uomini politici, ideologie, partiti. Se dico questo è perché, purtroppo, ciò avviene. E non è il caso di fare esempi: siamo reduci da una sconclusionata campagna elettorale dove abbiamo visto settarismi assolutamente inopportuni –anzi: sbagliati- per dei cattolici.
Senza nessun messianismo crediamo che sia il caso di unire, in qualche modo, l’azione di singole persone che credono fortemente nei valori della vita, della famiglia, del matrimonio (Sacramento) indissolubile, del bene comune, della libertà di educazione e della libertà di religione da cui dipendono tutte le altre libertà.
Quest’ultima era una ferma convinzione di don Luigi Sturzo che, per quanto egli si ritenesse un Sacerdote (e “non un politico”, diceva) resta indiscutibilmente il più grande uomo politico che l’Italia abbia avuto.
Ogni attività di aggregazione di uomini e donne che credono nei principi non negoziabili e che vogliano portarli nelle Istituzioni (dai Consigli Comunali al Parlamento nazionale) non può prescindere da Sturzo.
La dimostrazione di questo è data da un fatto storico: la Democrazia Cristiana è andata in crisi (e poi miseramente crollata, fallita) proprio perché ha ritenuto di poter fare a meno dell’insegnamento e dell’esempio sturziano.
Il partito popolare di Sturzo resta ancora oggi un modello, un esempio e la via da seguire. Tutti sappiamo che Sturzo non ha voluto mai “un partito confessionale” ma questa cosa è diventato uno “slogan” attraverso il quale si è scristianizzata anche la politica ed anche la diccì. Basterebbe leggere gli scritti di Augusto Del Noce, di Eugenio Corti, di Giancarlo Morra oltre che gli ammonimenti che lo stesso Sturzo indirizzò alla Democrazia Cristiana finché ha avuto fiato.
Infine una raccomandazione molto importante: va di moda lo slogan “né destra né sinistra” (un partitino lo ha riusato in questa campagna elettorale. Coi risultati che tutti sappiamo). Quello del “centrismo assoluto” è una favola: ero giovane universitario quando l’agonizzante diccì si divideva (come ricorderete nacquero il PPI ed il CDU : entrambi oggi morti e sepolti) e, come si dice, volavano gli stracci mi colpì un manifesto con la quale il PPI inondò le città: “né destra, né sinistra: il Veneto è popolare”. Sappiamo poi come finì: il PPI aderì all’Ulivo dossettiano (già allora modernista e pertanto eretico. Eretico senza virgolette) e dopo vari cambi di nome confluì nel PD che è l’erede diretto del PCI.
Per la cronaca il Segretario Regionale della DC veneta (e poi del PPI) era Maria Rosaria Bindi, detta anche Rosy. Che non è propriamente una sturziana e neppure, diciamolo, una persona in linea col Magistero della Chiesa (fu lei, tra le altre cose, a parlare dei “Dico” sulla scia dei “Pacs” francesi. Come dire: prima della Cirinnà fu una donna della diccì –peraltro, mi dicono, una Consacrata. Come lo era Scalfaro, come lo era Dossetti, come lo era Buonaiuti, come lo era Murri- a prefigurare le unioni omosessuali. Vogliamo perseverare nello stesso errore? Io no. Io credo che debba nascere un partito popolare, un partito popolare sturziano.
cosimo de matteis