"Attualmente vive", così scrissi in una improvvisata quarta di copertina (non richiesta) di una tesina che feci per l'esame di Sociologia. L’esame andò pure bene (trenta cum laude, e non fu né il primo ne l’ultimo), la Docente si chiamava Maria Romana Zorino (credo fosse veneziana o, comunque, abitava a Venezia).
Ricordo ancora il suo stupore quando, nel dare uno sguardo all’elaborato, lesse la stupida frase iniziale del mio saggetto (“Confesso che sono fascista….”). E però ebbe la grande capacità di controllarsi e benevolmente comprendermi: ero in fondo un ragazzo di ventanni e di sciocchezze se ne scrivono tante.

La tesina l’avevamo preparata con garbo e con cura, fu un lavoro di squadra. Eh si, perché decidemmo di farla assieme io ed un compagno di studi che seguivamo lo stesso Corso di Sociologia (della Zorino, appunto). E poi collaborarono anche altri compagni d'appartamento: Giovanni, Paolo, Christian...
Fate una pausa. Cliccate ed ascoltate questo capolavoro di Renato Zero
Io ero “reduce” da una altra tesina che oltre ad esser un capolavoro (lasciatemelo dire nel mio blog! E comunque anch’essa venne lodata, trentellode appunto) era stata per me l’occasione di misurarmi oltre che sul piano dello studio anche sul versante, diciamo così, editoriale.
Mi spiego: dovete sapere che non sono giovane e, quando accaddero questi fatti di cui vi narro, il Pc esisteva ma era ancora una sorta di oggetto misterioso per il 90% della popolazione. E però mi industriai: con un compagno d’appartamento che faceva Ingegneria e che sapeva armeggiare con l’attrezzo riuscimmo a scriver la tesina, a metterla in un floppy disc (era azzurro, me lo ricordo bene e forse ancora lo conservo da qualche parte).
Con esso –il floppy- mi recai in copisteria (Padova, storico Ateneo europeo e mondiale e con settantamila studenti, brulicava di mille copisterie, soprattutto in centro) ed avendo già la passione per l’editoria non mi contentai di far una semplice rilegatura (due spille e via) ma con il simpatico tipo –uno dei primi a Padova a far ingrandimenti e –udite, udite- fotocopie a colori, facemmo un bel lavoro: copertina (da me disegnata ed ideata), “elegante” rilegatura, plastica trasparente, e una quarta di copertina che fu un vero capolavoro (l’ingrandimento di una bella foto: io in Prato della Valle con posa da attore o “artista maledetto”. Un giorno ve la mostrerò).
Torniamo all’ “attualmente vive” e quindi la seconda tesina (di Sociologia. La prima fu di Antropologia Culturale ovvero il mio primo esame con il Professore Gualtiero Harrison) nella quale, giocando a realizzare un libro, pensai di mettere in quarta di copertina i dati dell’autore (anzi, degli autori: c’era pure Aurelio, l’amico di cui vi accennavo) e così scrissi –cito a memoria perché non ce l’ho mo’ sottomano- De Matteis Mino. Nato a Brindisi nel 1971. Attualmente vive.
Anch’essa aveva in quarta di copertina una foto splendida (medesima copisteria, copertina e quarta plastificate ed altre cosine che poi vi dirò) e, come detto, portò un bel 30 e lode.
Io mi fermerei qui perché inizialmente volevo narrare pure di un episodio gustoso –sempre di quegli anni- in cui “asserivo” il mio essere vivo! Il fatto è che ho già scritto assai e poi voi vi stanchereste. Già non so come siete riusciti a star dietro a tutte le digressioni. Ma ve lo racconterò prestissimo: promesso!