Caro amico, il corpo per vivere ha bisogno di respirare. Se non lo facesse, morirebbe. La mancanza di respiro certifica la morte. Allo stesso modo l’anima ha bisogno della preghiera per conservarsi viva. Pur essendo spirituale e immortale, anche l’anima può morire. Non si tratta di un dissolvimento nel nulla, ma dell’offuscamento della divina presenza, che la eleva e la riveste di grazia e di bellezza soprannaturali. Dio ha creato l’uomo infondendo nel corpo il suo soffio, grazie al quale ogni nato da donna riflette in se stesso l’immagine del Creatore.

L’io umano, nella sua profondità, è questa scintilla divina che trascende il mondo e tende all’Assoluto. La religione e la preghiera germogliano da questa radice che invano il materialismo cerca di cancellare. In quanto spirituale e immortale l’anima è indistruttibile. Sopravvive al dissolvimento del corpo e compare nel giudizio divino nel momento della morte, quando lascia il mondo.
Tuttavia, tu stesso hai sperimentato come sia possibile che, nel corso della vita, l’anima possa perdere se stessa, rimanendo soffocata sotto il peso della carne, delle passioni e dei peccati.
In realtà sei tu che ti sei perso e degradato, identificandoti col tuo corpo e con la sua fame di mondo. La tua anima sopravvive in te, ma è come se fosse morta, incapace di spezzare le catene che la imprigionane e di uscire dal carcere asfissiante in cui si è rinchiusa.
Le anime morte sono innumerevoli. Lo sono, benché molte di loro si illudano di essere vive. Il loro stato di morte è certificato dalla mancanza di preghiera. Sappi che, se hai smesso del tutto di pregare, sei un cadavere spirituale