Padre Antonio Rungi lo "conosco" da diversi anni (un paio di lustri circa). Le virgolette sul verbo indicano che la nostra amicizia/conoscenza è solo virtuale, ossia limitata ad internet e, nello specifico, a Facebook.
Nativo di Airola e Religioso Passionista, specializzato nella Teologia Morale, il padre Rungi è anche giornalista professionista. Fra le sue collaborazioni ricordiamo quella con "Avvenire" e la Direzione della Rivista "Presenza Passionista Oggi".

Come ho già detto è presente in rete (senza però mai trascurare i suoi doveri di sacerdote, è bene dirlo) sui social ma anche attraverso numerosi siti e blog (ho finalmente trovato una persona che, quasi, mi supera in termini di blog "creati"!) e comunque il suo stare sul web non è bighellonare -o peggio. Cosa che purtroppo molti preti fanno- ma vero e proprio apostolato, nel senso pieno del termine.
Con sapiente uso di immagini, dirette audio video (anche molto seguite) e l'indispensabile Parola di Dio. Cura anche la Pagina Fb di Radio Civita (emittente della Diocesi di Gaeta), del Santuario della Madonna della Civita ed altre.
Mi fermo qui nella descrizione: chi è interessato deve solo visitare il suo profilo facebook. Il motivo per il quale parlo di lui è che ha redatto, recentemente, un "decalogo" su come comportarsi in internet.
Lo riporto così come è stato pubblicato naturalmente aggiungendo che non si tratta di una novità: da quando esiste internet che vengono propinate "ricette" sul giusto comportamento da tenere alla tastiera. Ma ugualmente leggiamo insieme quello che padre Antonio Rungi propone:
1. Rispettare gli orari per le comunicazioni sui social: ore 8.00-22.00
2. Non invadere la privacy delle persone, con domande e richieste varie.
3. Non inviare più messaggi standardizzati e stereotipati di buongiono e altro.
4. Non farsi maestri e dottori della legge sui social, commentando e presentando per vere, bufale di ogni genere.
5. Limitarsi al massimo di 3 messaggi al giorno in caso di necessità per non obbligare le persone a stare tutto il giorno a leggere le nostre cose.
6. Assumere come norma di comportamento nella comunicazione, gli standard delle Agenzie stampa e dei giornali, che chiudono ad una certa ora, anche quelli on-line. E questo giustamente.
7. I gruppi pubblici o gruppi di amicizie e di lavoro, siano rispettati per i motivi per cui vengono costituiti. Non strumentalizzare i social per scopi personali o per cose ignobili.
8. Evitare di inserire testi di liturgia, preghiera, riflessioni, cultura di varia natura, che si possono trovare benissimo sui siti specifici.
9. I messaggi inviati siano brevi e sintetici, ma che abbiano significato e senso.
10. Evitiamo di intasare cellulari con video, audio, foto, scritti che si inviano solo per dire “ci sono anch’io in questo mondo virtuale della comunicazione e per pensare di superare così la solitudine, quella che fa più paura a tutti”.
Padre Rungi conclude con un consiglio: "ogni eccesso diventa un difetto. Per cui, in questo, come in tutti i campi della vita morale, personale e sociale, bisogna essere contenuti, rispettosi di se stessi e soprattutto degli altri, in quanto con i continui messaggini, che vengono dai social, a tutte le ore del giorno, specie nel cuore della notte, mettono ansia e in angoscia a chi ha familiari lontani che spesso utilizzano questi strumenti per comunicare con i parenti. E invece vai a leggere il messaggio e trovi sciocchezze e stupidità di ogni genere che si inviano a tutte le ore. La mania di mandare video, barzellette e quanto altro sta diventando un'ossessione, che va autoregolamentata. Questo è il momento buono per chiedere scusa e di non infastidire più nessuno”.

Non aggiungiamo altro e, a proposito di "bon ton" in rete mi scuso se talvolta i miei post sono troppo lunghi!