[329] Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio (22 novembre 1981), 84: AAS 74 (1982), 186. In queste situazioni, molti, conoscendo e accettando la possibilità di convivere “come fratello e sorella” che la Chiesa offre loro, rilevano che, se mancano alcune espressioni di intimità, «non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 51).

Attraverso questa nota (la numero 329 della Esortazione apostolica "Amoris Laetitia") e facendola passare come scaturita dalla volontà e dal Magistero di San Giovanni Paolo II si inganna terribilmente chi legge: viene fatto credere che chi vive in stato di adulterio non solo non è obbligato a vivere in continenza ma, anzi, guai se lo facesse: verrebbe messa a dura prova la fedeltà!
Diabolico, letteralmente.
Vengono invitati dei peccatori a continuare a peccare perché se non peccassero può venire compromesso il bene dei figli. Assurdo. Folle. Diabolico.
Guai a coloro che chiamano
bene il male e male il bene,
che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre,
che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro.