Caro amico,
la fede è un dono che Dio desidera dare a tutti, ma per poterlo accogliere è necessario un cuore umile.: “Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili”. (1Pt 5,5).

La fede per sua natura ha bisogno dell’umiltà. Senza questo atteggiamento interiore è impossibile credere. Nella fede infatti si apre al tuo sguardo la grandezza di Dio, davanti al quale sei meno di un lucignolo fumigante al cospetto dello splendore del sole.
Per poter credere è necessario che tu sia consapevole della tua condizione di creatura fragile e peccatrice, incapace di stare a galla nel mare burrascoso della vita. E’ necessario che tu prenda atto del sigillo del nulla che è stato impresso su di te, perché non te ne dimenticassi.
Sei venuto dal non essere, senza che nessuno ti chiedesse il permesso. Ora che esisti sei come la foglia di un albero, che una folata di vento potrebbe staccare da un momento all’altro. Domani scomparirai dal mondo e nessuno non si ricorderà di te. “Come l’erba sono i giorni dell’uomo, come il fiore del campo, così egli fiorisce” (Sal 102,15).
La consapevolezza della propria indigenza rompe il muro che impedisce alla luce della fede di filtrare e di illuminare il cuore. L’umiltà è una finestra aperta che permette al Cielo di rischiare l’oscurità nella quale sei immerso. Che cosa ha l’uomo che non abbia ricevuto? Tutto gli è donato. L’essere e l’agire. Gesù ce lo ricorda: “Senza di me non potete fare nulla” (Gv 15,5). “Dite: Siamo servi inutili” (Lc 17,10).
Oggi molti perdono la fede o ne respingono il dono perché hanno messo se stessi al posto di Dio, rimuovendolo, emarginandolo e persino osteggiandolo. Che cosa dovrebbe fare Dio per aprirci gli occhi?