Da diversi decenni, in quasi tutti i seminari e facoltà di Teologia, molti
teologi insegnano che Giuda si è salvato, senza raccontare il modo di questa
sublime rivelazione. Avranno avuto una apparizione di Giuda? È molto
difficile che Giuda possa affacciarsi dal luogo in cui dimora, poi non ne
sarei affatto felice per loro, nonostante tutto il loro impegno profuso per
distorcere la Parola di Dio.
Qui è Gesù stesso ad affermare la condizione disgraziata e irreversibile
di Giuda: “Nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione,
perché si compisse la Scrittura” (Gv 17,12).
Non solamente i teologi, anche molti cattolici modernisti avanzano
perplessità sulla dannazione di Giuda. Su quali basi, dove possono cogliere
questo dubbio?
Non è Gesù ad affermare che è andato perduto? Non è
sufficiente la Parola di Gesù contenuta nel Vangelo?
Intanto, ci sono anime belle che auspicano la salvezza del traditore Iscariota.
È facile cogliere la paura di imitare Giuda dopo tutti i loro tradimenti
commessi, così la salvezza dell’uomo perduto è una speranza anche
per la loro salvezza. Ma i conti li fanno in modo sbagliato.
Tutti possiamo sperare nella salvezza di Giuda, ma poi ci confrontiamo
con la Parola di Gesù ed affermiamo che non si è salvato. Per la sua
doppiezza e una superbia abbastanza sviluppata.
Se Gesù non avesse detto
quelle parole neanche in questo libro scriverei qualcosa di non certo, anzi,
spererei fortemente nel suo pentimento e nel perdono sicuro del Signore.
Ma Gesù chiarisce una volta per tutte che Giuda non si è salvato.
Resta da capire come mai molti Prelati e teologi invece con molta sicurezza
affermano che Giuda si è salvato. Ne sanno più di Gesù?
Anche un
famoso Cardinale ha sempre proposto questa tesi,
senza spiegare la provenienza della sua fonte, dell’intuizione, della sua certezza.
Non vi sembra
strano che dinanzi un’affermazione così chiara ed inconfutabile di Gesù,
un Cardinale arrivi ad ignorare il Vangelo per sostenere l’esatto contrario?
Prendiamo la versione di San Giovanni sul tradimento di Giuda. All’affermazione
di Gesù sul tradimento di uno dei discepoli, un po’ tutti rispondono:
“Sono forse io, Signore?”.
Anche Giuda ripete: “Sono forse io?”.
La domanda di Giuda è strana, non risponde così per mostrarsi innocente,
è più veritiero affermare la sua convinzione di considerarsi innocente.
È proprio così, i più grandi peccatori sono immersi nel fango e non distinguono
nulla, nessun peccato lo considerano grave. Non si rendono conto
di commettere continui peccati mortali. Ma sono pienamente colpevoli.
Sono così accecati intellettualmente da giustificare tutti i loro crimini.
Sono crudeli e si illudono di essere i migliori. Cosa li aspetta?
Giuda non vive il tradimento come un’azione gravissima, sembra abituato
ad agire così subdolamente, a mascherarsi dietro sorrisi e frasi buoniste.
Non si sente un peccatore, nella sua mentalità malata è convinto di
stare dalla parte della ragione.
Tutti i grandi peccatori agiscono così, e più sono incalcolabili e sacrileghi
i loro peccati più si sentono buoni e perfetti. Non riescono a guardarsi
dentro per vedere la putrefazione, quanto c’era di buono (se c’era) è
putrefatto, non c’è bene, amore, verità in essi.
Per questo motivo i Prelati
e i Sacerdoti depravati possono diventare come demoni incarnati. Lo
affermava Santa Caterina da Siena a proposito di ben 13 Cardinali.