il nuovo fantasy di Silvana De Mari
prequel dell’Ultimo Elfo
La guerra è “la più bestiale idiozia”, lo è sempre. Anche odiare il diverso, chi non ci somiglia, è una idiozia altrettanto bestiale. Rendersene conto permette non solo di essere migliori, ma di comprendere quanto una società fondata sull’accettazione delle personali differenze sia l’unica destinata a sopravvivere. Questo è il messaggio che Silvana De Mari racchiude nel suo nuovo romanzo, Arduin il Rinnegato, in uscita giovedì 16 novembre per le Edizioni Ares.
(Edizioni Ares, pp. 480, € 19)
Un romanzo dove il fantastico incontra la metafora mettendo al centro della storia la figura di Arduin, le sue origini e il suo lento trasformarsi da orco ottuso e feroce a dio della guerra illuminato, pronto a salvare gli uomini e il loro regno per amore di Giada, principessa del Regno degli Uomini. Pronto a rispettarne la diversità e l’unicità, pur non svendendo la sua intima natura di orco. Una posizione che lo trasforma in rinnegato agli occhi della sua stessa razza, ma per una giustizia e un fine che travalicano l’idea della razza come la cecità dell’odio.
Collocazione temporale
Il nuovo romanzo è, per traccia temporale e contenuti, il pre-prequel de L’Ultimo Elfo, cui si lega attraverso l’elemento della Profezia, quella in cui «in uno dei futuri possibili, un orco salva gli uomini. E una volta successo questo, allora diventa possibile il seguito della storia».
Ma è anche il pre-prequel, per traccia temporale, di Io mi chiamo Yorsh, col quale al contempo corre in parallelo, formando una narrazione ‘a forcella’, poiché in quest’ultimo la parte contenutistica segue una sottotrama, che pure si rinsalda al romanzo L’Ultimo Elfo.
Da Arduin, infatti, si dipana l’albero genealogico di Rankstrail e di Rosalba, indimenticati protagonisti della saga; a Yorsh si collega invece l’albero genealogico del suo omonimo, il quale sarà anche l’ultimo essere appartenente alla specie elfica.
La vicenda
De Mari fa crescere di pagina in pagina il legame profondo che si viene a creare fra Giada e Arduin, fra quest’ultimo e il popolo degli uomini. Lo fa saldando il fantasy con la medievale narrazione cavalleresca, l’unicità dei suoi personaggi con una superiore comprensione di quanto l’altro da sé non sia mai il vero nemico. Spesso il vero oppositore, infatti, alberga nelle idee cui ci hanno abituato a credere in maniera acritica.
Arduin il rinnegato è l’ennesima conferma della capacità di De Mari nell’imbastire trame complesse e nel proporre personaggi dalla psicologia sfaccettata. È qui, in questo riflesso fantastico della nostra realtà, in questo mondo cruento eppure umanissimo, che l’autrice delinea ‘la spirale’ metafisicamente evolutiva che lega i quattro popoli del suo universo fantastico. Un mondo che cade nell’oscurità e che da esso risorge ciclicamente, anche se “ha bisogno di un salvatore per rialzarsi”. È qui che, secondo De Mari, “la Grazia irrompe sulla scena. La Grazia è un orco ragazzino invincibile e visionario che non permette guerre dove vengono sacrificati bambini”. I bambini, il futuro del mondo che, fuori dalla metafora testuale, sono anche quelli del nostro mondo.
Con Arduin il rinnegato, la spirale narrativa iniziata con L’ultimo Elfo trova il suo compimento epico e romantico al tempo stesso. Con un messaggio chiaro: unire i nostri destini, a prescindere dalle razze, per un futuro di pace e di civiltà.
Biografia dell’Autrice
Silvana De Mari è un medico. La sua prima specializzazione è stata Chirurgia Generale. Ha lavorato in Italia e, come volontaria, in Etiopia. Successivamente si è dedicata alla psicoterapia.
Ha scoperto Il Signore degli Anelli quando si è laureata e lo portava con sé durante le guardie in ospedale per darsi forza. È stato allora che si è resa conto della finzione del poema epico e quindi del fantasy: dare coraggio. Così ha deciso, vent’anni dopo, di far parte di questo mondo, cimentandosi come scrittrice, affermandosi autorevolmente in Italia e all’estero con traduzioni in venti lingue.
Per Salani ha pubblicato (2000), (2003), (2004). Quest’ultimo le ha avvalso il Premio Andersen e il Premio Bancarellino e ha inaugurato l’esalogia, tradotta in 21 lingue, che è proseguita con (2005) e (2008).
Per Fannucci, sono usciti invece (2011), (2010, pubblicato anche in audiolibro con la cantante Mietta come voce narrante) e , sempre appartenenti all’eptalogia, e poi (2009, ripubblicato nel 2015 da Giunti) e (2009).
Per Effatà ha pubblicato (2014), mentre per Giunti ha inaugurato nel 2015 la serie di Hania, che al momento si compone dei volumi , e .
Per quanto riguarda la saggistica, ha pubblicato (Salani, 2007) e (2012, Lindau).
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