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cosimo de matteis

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un semplice blog, eterogeneo come è normale che sia. Con una principale attenzione: dire la verità.


Eugenia Roccella, risponde a Riccardi. E spiega perchè un cattolico non può votare Monti

Pubblicato da cosimo de matteis su 5 Gennaio 2013, 19:23pm

Tags: #POLITICA

Difficile sintetMONTI PERPLESSOizzare in poche righe quanto è in atto -in queste settimane- nel mondo cattolico. Le dichiarazioni di Bagnasco -non si è compreso bene a quale titolo parlava: se rappresentasse la Cei o il suo personale pensiero: ci han pensato Mons. Negri e Mons. Crepaldi a fare un po' di chiarezza- hanno di fatto rappresentato un placet (generico ma efficace e persuasivo) al banchiere Monti, nominato dal comunista Napolitano Senatore a vita (ma non si è ancora ben compreso il motivo).

Se Monti sia o meno massone (e/o appartenente a varie organizzazioni mondiali di simile genere) che è pure questione non secondaria (ed il diretto interessato non ha mai smentito) passa persino in secondo piano rispetto alla scelta del suo movimento-partito di mantenersi neutro su temi che per un cattolico sono non importanti: sono fondamentali. Ecco: proprio di questo parla Eugenia Roccella -lei che da ex radicale ben conosce un certo mondo- rivendicando alcune scelte importanti fatte in linea col Magistero della Chiesa. E lo fa rispondendo al Ministro "cattolico" Riccardi del Governo Monti voluto da Napolitano e Dio solo sa da chi.

Postilla: in quel gabinetto c'era, fra gli altr un Ministro , tale Profumo che disse fosse giunto il caso di rivedere la necessità dell'Insegnamento della Religione nelle scuole. Ad ogni modo: ecco l'intervento di Eugenia Roccella così come riportato dal Settimanale "Tempi" che, assieme a "La Nuova Bussola Quotidiana" ed altre poche Testate, rappresenta in tempi di confusione massima, un preciso riferimento per i cattolici. Ed inoltre ricordiamo l'enorme lavoro, nel campo dei media, di Radio Maria. Come a dire: il Signore è vicino al Suo popolo anche se le voci "ufficiali" tacciono o stonano di brutto.

 

In una nota la deputata del Pdl Eugenia Roccella ha scritto che «l’amico Andrea Riccardi ribadisce che i principi non negoziabili, benché importanti, non sono un’urgenza, e ritiene che prendere posizione su questi temi comporti il rischio di “ideologizzare” l’agenda Monti. Ma rendere espliciti i concetti di vita, di persona, di famiglia su cui si baseranno le proprie politiche è solo un indispensabile elemento di chiarezza e onestà nei confronti dei cittadini chiamati a votare. Inoltre ritenere “non urgenti” le questioni di biopolitica vuol dire non aver capito di cosa si tratta».

«Lo stesso governo Monti – prosegue rocella – ha dovuto affrontare, nel proprio brevissimo arco di vita, alcuni problemi, e non ha potuto schivarli tutti, pur essendo un governo tecnico, nato con una missione limitata. Penso per esempio alla sentenza europea sulla legge 40, una legge che Monti ha scelto di difendere: avrebbe potuto fare lo stesso in un’alleanza con Bersani? Le scelte antropologiche si intrecciano quotidianamente, nell’azione di governo, con quelle economiche e sociali, e evitare di prendere posizione vuol dire solo mantenere la vecchia politica delle mani libere, impedendo agli elettori di scegliere con consapevolezza».

La stessa parlamentare, commentando una lettera di Renato Schifani ad Avvenire ha detto che il del presidente del Senato ha fatto bene a ricordare «come la nostra maggioranza abbia tradotto i valori non negoziabili in concreta azione politica. Alla vicenda di Eluana Englaro, riportata dal presidente del Senato in tutta la drammaticità di quei giorni, vorrei aggiungere almeno alcuni altri risultati».

E qui, Roccella inizia l’elenco: «In primo luogo la legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, che si è bloccata a un passo dalla conclusione parlamentare, con l’insediamento del governo tecnico, sostenuto da una nuova maggioranza; la battaglia sulla pillola abortiva RU486, che ha impedito la diffusione dell’aborto a domicilio nel nostro paese; l’applicazione delle normative europee alla procreazione assistita, che impedirà altri incidenti come quello in cui sono andati distrutti embrioni umani in un ospedale romano; la modifica delle normative sulle biobanche del precedente governo Prodi, che ha evitato la commercializzazione di parti del corpo umano, confermando invece la tradizione italiana del dono solidale; la circolare di tre ministri (Maroni, Sacconi, Fazio) che ha ribadito la non validità dei registri comunali dei testamenti biologici; il sostegno del nostro governo all’Austria, in sede europea, per difendere il divieto di quel paese alla fecondazione eterologa: un atto non dovuto, ma voluto, per sostenere anche in sede europea una precisa concezione di famiglia; il no alla legge sull’omofobia, perché il no alle discriminazioni deve essere per tutti. Sono solo alcuni dei fatti, concreti, che ricordiamo a testa alta».

 

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